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In collaborazione con Shimadzu Italiail gruppo di ricerca della Porf.ssa Paola Fermo del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Milano, ha condotto una serie di studi il cui obbiettivo è stato quello di identificare i coloranti naturali all’interno di arazzi antichi.

A questo scopo sono stati ricostruiti in laboratorio una serie di standard partendo da filati in lana e in seta tinti con una serie di coloranti naturali quali la cocciniglia, il kermes e la robbia, per l’ottenimento del colore rosso e del viola, e l’indaco per ottenere invece il colore blu.

I filati tinti (Fig. 1) sono quindi stati sottoposti ad estrazione con solvente, seguendo metodiche già sviluppate, e le soluzioni ottenute analizzate con la tecnica HPLC-DAD-MS utilizzando lo strumento LCMS-8045. 

Grazie alla collaborazione con Shimadzu Italia, è stato quindi possibile individuare, all’interno di un arazzo (Fig. 2) appartenente all’importante Ciclo delle Storie di Ulisse (1660 circa) e conservato presso il Palazzo del Quirinale a Roma, i coloranti impiegati dalle antiche manifatture. L’arazzo è stato messo a disposizione dalla Scuola di Restauro di Botticino (Brescia) con cui il Dipartimento di Chimica ha una convenzione di collaborazione scientifica. 

Le analisi sono state eseguite presso la sala demo di Shimadzu Italia sui filati provenienti dall’arazzo (e in particolare dalle terminazioni presenti sul retro), hanno evidenziato come il colorante utilizzato per il colore rosso fosse la porpora i cui marker sono soprattutto l’alizarina e la purpurina. I viola, presenti in maniera diffusa sull’arazzo, erano invece stati ottenuti o utilizzando esclusivamente la robbia oppure impiegando una miscela di robbia e indaco la cui molecola marker, l’indigotina, è stata individuata in un particolare tipo di viola.

La ricerca ha riguardato anche lo studio di altri arazzi presenti presso la Scuola di Restauro di Botticino (Fig. 3) e sarà estesa anche all'analisi dei colori gialli e marrone.

La ricostruzione delle antiche tecniche tintorie è di grande interesse sia dal punto di vista storico-artistico, poiché è possibile risalire alle manifatture acquisendo anche informazioni utili ai restauratori sia dal punto di vista scientifico, in quanto richiede l’impiego di tecniche analitiche molto avanzate. Il sistema LCMS-8045 è stato fondamentale per questo tipo di ricerca e di analisi.

Per ulteriori approfondimenti sullo strumento visita il sito dedicato! >>

 

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Fig. 1 Filati in lana e seta tinti in laboratorio utilizzando coloranti naturali e mordenti.

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Fig. 2  Frammento di bordo inferiore delle "Storie di Ulisse", Bruxelles, 1665-66, 72x172 cm. Roma, Palazzo del Quirinale.

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Fig. 3 Arazzi presenti presso il laboratorio di restauro dell’arazzo della Scuola di Restauro di Botticino (Brescia).